“Non tutte le storie sono perfette. Non tutte le storie hanno un lieto fine.
La nostra non arrivò mai all’happy ending.
Anche se lo avrebbe meritato.”
Blue Harbor, Carolina del Sud. Chase e Autumn passano tutto il loro tempo assieme, dapprima come amici d’infanzia, poi, complici le serate passate sul pianale di un vecchio pick-up, la loro amicizia si trasforma in qualcosa di più. L’amore arriva inevitabile e sfida la congregazione e la mentalità di quella piccola cittadina di cinquecento anime.
Lui, il ragazzo marchiato dall’inchiostro, silenzioso e dai mezzi sorrisi, conquista la ragazza perfetta e studiosa. Nonostante siano due libri rilegati diversamente, per un periodo di tempo scrivono la stessa storia. Sotto la giuria delle stelle, programmano il loro futuro ma, imprevedibile come un temporale estivo, una decisione improvvisa finirà per dividere le loro strade.
Dieci anni dopo, Autumn sarà costretta a ritornare a Blue Harbor per intervistare Chase, diventato nel frattempo uno dei piloti più titolati e famosi nella storia del Motomondiale.
Il ritorno a casa risveglierà in loro vecchi ricordi, li costringerà ad affrontare memorie, alcune dolorose, e scopriranno che nessuno dei due è riuscito a dimenticare il primo amore.
Per Autumn sarà anche l’occasione per guardare la sua vita con occhi diversi e rendersi conto che non ha avuto il futuro che sperava.
Sette giorni: questo il tempo che dovranno trascorrere assieme per aggiungere un nuovo capitolo alla loro storia.
Una settimana per scrivere la fine che vogliono, non necessariamente insieme.
Una scelta dolorosa li ha divisi. Un’altra, forse l’ultima, deciderà il loro futuro.
Prologo
“Straordinaria prestazione di Chase Allen che scatterà
dalla prima casella nel Gran Premio di Silverstone. Sei d’accordo Mike?”
“Era difficile immaginare che Allen potesse centrare
la pole position, soprattutto dopo il quarto turno di prove libere dove sembrava
distante anni luce da Lopez sceso in pista in versione marziano. Invece The
Legend ha disputato una prova brillante e di buon auspicio per la gara di
domani.”
“Ricordiamo ai telespettatori a casa che Allen guida
la classifica mondiale della Moto Gp, staccato solo di pochi punti da Lopez.”
“Siamo in un momento cruciale della stagione che si
deciderà in questi ultimi gran premi.”
Spensi la
televisione nell’esatto momento in cui la telecamera inquadrava Chase Allen
attorniato da meccanici e belle donne nel paddock. Mi bastava solo sentire il
suo nome per tornare di colpo quella ragazzina diciassettenne innamorata pazza
del bad boy di Blue Harbor. La liceale che serviva nel dopo scuola zuppe di
granchio da Joe’s, trepidante che venisse sera per guardare le stelle dal
pianale di un pick up. Quella ragazza che ammirava il tramonto tenendogli la
mano e che gridava dal pontile “ancora cinque minuti” alla madre. La ragazza
che sognava un lieto fine, felice e innamorata, attorniata da bimbi dagli occhi
verdi come giada in una casa costruita al di là del fiume. Quella ragazza che
si era ritrovata da sola al ballo della scuola, dopo che il ragazzo che amava
con tutto il cuore l’aveva lasciata per inseguire una carriera da promettente
pilota, abbandonando Blue Harbor, abbandonando tutti i suoi amici e
abbandonando lei in quel molo, in lacrime.
Erano
passati dieci anni, ma mi erano bastati pochi secondi del notiziario sportivo e
la mia mente fu invasa di nuovo da flashback.
Dieci anni,
eppure un tempo non abbastanza lungo per dimenticare.
Avevo
bisogno di chiudere le mie emozioni in compartimenti stagni, la mia specialità,
e di alcolterapia. Mi alzai dal divano, aprii il frigo e stappai una bottiglia
di vino rosso, con Biscottino, un incrocio tra un gatto europeo e un siberiano,
che mi trotterellava tra le gambe. Mi riempii un bel calice e tornai a sedermi,
con il portatile sulle ginocchia. Mi ritrovai a digitare l’indirizzo del mio
blog e a scrivere un nuovo post senza rendermene conto, le dita che fremevano
impazzite sulla tastiera. Era sempre stato così: nella testa mi frullavano
talmente tante parole da avere il bisogno di farle uscire.
One More Page
Post
dal blog
Chase.
Cinque
semplici lettere.
Un uomo che
ha segnato la mia vita.
Ognuno di
noi ha L’UNICO. Colui di cui ci siamo irrimediabilmente innamorate e a cui la
nostra mente corre sempre. Non importa in quanti pezzetti abbia frantumato il
nostro cuore; lui, l’unico, sarà sempre il nostro termine di paragone per ogni
uomo che incontreremo e di cui non riusciremo mai a liberarci, nemmeno dopo
dieci anni di distanza.
Chase era
stato il mio primo.
Il mio
primo amore, il mio primo fidanzatino a sette anni da quando, durante la mensa
a scuola, mi difese da un piccolo bullo e lo premiai con un bacio stampo sulla
guancia. Veniva a trovarmi tutti i pomeriggi al bed & breakfast di mia
madre; si annunciava facendo volare un aeroplanino di carta che nascondeva ogni
volta una parola diversa che poi io dovevo cercare sul dizionario.
Anni dopo
Chase mi diede il primo bacio durante il Festival d’Autunno, causando
scompiglio a Blue Harbor. Il ragazzo col corpo marchiato dall’inchiostro e dai
mezzi sorrisi era considerato come l’Anticristo in quella piccola cittadina da
cartolina, ma in realtà non eravamo due libri poi così diversi. Per un periodo
di tempo avevamo scritto e raccontato la stessa storia.
Amavamo
passare le serate a parlare di astronomia e a esercitarci con i passi di danza
per il ballo della scuola, di sera, in piedi sul pianale di un vecchio Dodge,
sotto la giuria delle stelle.
Durante una
di quelle serate, mentre ascoltavamo un classico country di John Denver, capii
di essermi innamorata di lui. Non ricordavo cosa precisamente mi avesse fatto
innamorare di Chase, so solo che quando me ne accorsi lo amavo già da un po’.
Lo amavo,
ancor prima di capire e sentire sulla mia pelle il significato della parola
amore.
Chase fu
anche il primo a spezzarmi il cuore; in realtà me lo spezzò due volte, la prima
con Belle Danes, capitana delle cheerleader al liceo. Ma poi riuscì a rubarmelo
di nuovo, mi fece sua e mi insegnò a fare l’amore in una notte d’agosto.
Ero
dannatamente felice, stavamo scrivendo le stesse pagine di due libri rilegati
diversamente ma che auspicavano allo stesso epilogo. Insieme.
Purtroppo
non tutte le storie sono perfette. Non tutte le storie hanno un lieto fine.
La nostra
non arrivò mai all’happy ending.
Anche se lo
avrebbe meritato.
*Stella
Binaria*
Unico
ù·ni·co/
aggettivo
Che è il
solo esistente, che non ha uguali nel suo genere o nella sua specie.